
La ragazza alla finestra.
Era una sera come tante altre e come di consueto posteggiai la macchina nel parcheggio antistante l’abitazione della prof che dava ripetizioni a mia figlia.
Armeggiai nel cruscotto dell’auto e tirai fuori il libro che stavo leggendo per ingannare il tempo, tolsi l’orecchia alla pagina e cominciai a leggere, dopo alcuni minuti mi accorsi che non ricordavo nulla di quello che stavo leggendo.
Decisi quindi di lasciar perdere il libro e mi guardai attorno, le luci delle case erano tutte accese e il mio sguardo saltellava da una finestra all’altra trovando ovunque scene di vita.
Proprio davanti a me una donna stava armeggiando intorno ai fornelli, la scena mi era parzialmente occultata da una tenda rossa che svolazzava all’aria della finestra.
I profumi che si spargevano nell’aria erano particolarmente invitanti, anche se francamente non riuscivo a identificarli.
La mia attenzione fu bruscamente rivolta verso il cancello automatico che si stava aprendo dietro la mia auto, i bagliori di luce gialla che emanava la spia del cancello, rischiaravano l’interno dell’abitacolo, mettendo a fuoco la sagoma dei passeggeri.
Al volante c’era una signora distinta, mora con i capelli tirati all’indietro, nel sedile accanto c’era una ragazza bionda con coda di cavallo che stava conversando animatamente con quella che penso sia stata la madre.
il cancello si richiuse e la scena si concluse con il classico rumore metallico mentre la spia gialla continuava a mandare bagliori.
Anche l’ultimo cane stava lasciando con il proprio padrone il bel prato adibito a sgambata canina, proprio di fianco alla mia auto.
Guardai automaticamente l’orario sul mio cellulare e vidi che l’orologio segnava le 19,20 e pensai che mia figlia protraeva, come spesso faceva, la lezione fino alle 20.
Scesi dalla macchina e per sgranchirmi le gambe feci i 100 metri del perimetro del canile, arrivai sotto una finestra buia che improvvisamente si spalancò.
Non potei fare a meno di fermarmi ed osservare la scena, nella penombra riconobbi la sagoma della chioma bionda della ragazza che avevo visto entrare nella villetta con la madre.
Con stupore vidi che la ragazza salì sul davanzale della finestra diede un’occhiata intorno e si sedette chinandosi in avanti e stringendo le proprie gambe con le braccia.
Mi avvicinai, la finestra, non era molto alta e non molto distante, comunque udii distintamente il pianto sommesso di Ellen, chiamiamola così.
“Cos’ha da piangere una così bella ragazza”, dissi all’improvviso, lei si voltò bruscamente verso di me.
“Non sono una che racconta i suoi problemi al primo che passa”, io prontamente risposi “ah bè allora posso anche andarmene”, e feci per incamminarmi.
“Aspetti, non volevo essere maleducata è che…….non saprei da che parte iniziare”, io gentilmente le dissi ” provaci vediamo come va”.
“I miei si sono separati e io sto patendo le pene dell’inferno”, disse tutto d’un fiato.
“Visto era più semplice del previsto”, dissi , pensando a quello che dovevo dire poi.
Lei mi guardò e mi sorrise inaspettatamente, tanto da farmi pensare che la mia sortita non era poi così male.
“Sa che lei è un bel tipo, è stato semplice dirlo ma questo non risolve i problemi”, disse con voce ferma.
“E’ vero, un problema però è risolto no ?”, dissi io prontamente, “e quale sentiamo”, “quello di smettere di piangere per esempio”.
Lei sorrise di nuovo, e capii che stavo andando bene.
La luce del mio cellulare si accese ed emanò il suo trillo antipatico, mia figlia mi avvisava che era alla macchina.
“Signorina devo lasciarla il dovere mi chiama”, “possiamo proseguire su Facebook”, disse la ragazza “il mio nome è Ellen la triste”, “OK”, risposi, mentre mi allontanavo salutando con la mano alzata.
Claude
5 thoughts on “La ragazza alla finestra.”
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Bel racconto!
Grandissimo Claudio
È un racconto semplice ma coinvolgente, emozionante, intrigante e che fa molto riflettere ??
Bellissimo racconto, semplice e coinvolgente, bravo!!!
Molto carino!
Che racconto fresco,pulito,che lascia una scia di positività, e di altruismo. Complimenti Claudio!