
5 Novembre 2014 : per non dimenticare
Era notte fonda, Carrara dormiva, ma noi no. Stavamo lavorando a due racconti e nulla poteva farci pensare che di lì a poche ore tutto sarebbe stato diverso.
MARTINA
“Mi addormentai col piacevole rumore della pioggia che batte sopra al tetto, una ninna nanna per me, quando sono nel letto al calduccio. Al mio risveglio, il piacevole suono si era trasformato in uno spaventoso rumore di temporale. Nonostante le persiane chiuse, la stanza si illuminava a giorno, ad ogni lampo, e sembrava tremare, ad ogni tuono. La prima cosa che feci fu quella di prendere Sofia, mia figlia, che riposava beata nel suo lettino, per portarla nel mio letto. Nei casi di emergenza voglio averla il più vicino possibile e temevo che quello potesse trasformarsi, da un momento all’altro, in un’emergenza. Poi, presi il cellulare per leggere su Facebook com’era la situazione. Il giorno prima il comune aveva indetto un’allerta moderata, ma adesso mi sembrava una condizione molto peggiore. Attraverso la chat vidi che, nonostante l’ora, non ero l’unica online, come me, altri Carrarini cercavano risposte. Foto e video, per niente rassicuranti, alimentarono la mia paura.
Alle 7:00 la sveglia di Daniele, mio marito, iniziò a suonare, ma, con quelle condizioni meteo, era impensabile prendere l’auto per raggiungere il luogo di lavoro. Con mio grande sollievo restò a casa. Entrambi cercammo online notizie sulle condizioni della città, poi alcuni post diedero conferma ai nostri timori: “Il fiume Carrione ha esondato in zona Avenza” , “A marina le strade sono allagate”.
Il pensiero volò a mia cognata, che vive a Marina di Carrara : sapevo che lei e la mia nipotina erano sole in casa e temevo fossero state colpite dall’alluvione. Per fortuna, i loro danni si limitavano, se così si può dire, alla mancanza di gas e corrente e alla cantina allagata – col rischio che l’acqua raggiungesse il contatore elettrico e generasse un cortocircuito -. Anche mia cugina, Linda, – nella zona opposta di Marina – era rimasta coinvolta nell’alluvione: il piano terra del suo palazzo era completamente allagato e poche ore dopo sarebbe arrivata la protezione civile con dei gommoni, per permetterne l’evacuazione.”
ROBERTA
“Crollai alle 2 del mattino, mentre aspettavo il racconto di Martina per il solito editing inter nos. Alle 5 il rumore del temporale mi svegliò di colpo : era più intenso e assordante del solito. Era capitato poche altre volte e ne ricordavo le conseguenze. Passai la mezz’ora successiva a camminare avanti e indietro per casa, per guardare la situazione dai vari punti di vista delle mie finestre. Pepe, il mio gatto, era diventato la mia ombra. Alle 5,30 la strada era diventata un fiume e, preoccupata, decisi di svegliare mio padre.
In pochi minuti la casa si animò . Computer, tv, cellulari : qualsiasi cosa potesse darci informazioni su quello che succedeva fuori, era stato acceso.I telegiornali parlavano solo del maltempo in Liguria e Piemonte, ma su Facebook iniziavano a circolare foto per nulla rassicuranti.
Fu un attimo.
Il cellulare prese a squillare : era la protezione civile che ordinava di salire ai piani alti, per possibile esondazione del Carrione e del Parmignola. Poi su Facebook : “L’argine destro del fiume si è rotto”.
Cosa voleva dire? In che punto? Dovevamo fidarci?
Mio padre disse,ridacchiando, “Chiamo Franco, sicuramente sa qualcosa”, pensava alla conversazione scherzosa che avrebbero avuto per sdrammatizzare la situazione. Ma Franco non rispose.
Vidi la sua espressione preoccupata: di solito a quell’ora l’amico è sveglio e sono abituati, tutte le mattine, a sentirsi per sfottersi un po’.
Poco dopo fu Franco a telefonare : il fango era arrivato fino a casa sua, distruggendogli il primo piano, dove viveva la suocera, senza contare il giardino e le due macchine.
Nei giorni successivi, scesi a Marina per aiutare Sandra, la zia di mia mamma, che abitava al primo piano di una casa in Via Cadorna , una delle strade più colpite. Non dimenticherò mai le foto che, dopo essere state meticolosamente pulite dal fango, erano state appese in giardino ad asciugare , come i cumuli di mobili, vestiti, utensili e libri accatastati fuori dalle abitazioni sviscerate in un attimo dalla furia del fiume.”

E’ stato un disastro.
Come Linda, Franco,Sandra, migliaia di altre persone si sono trovate nella stessa situazione.
Il 5 Novembre,il fiume ha avuto il sopravvento sull’argine ad Avenza. Uscendo dal proprio letto, ne ha creato uno nuovo che, passando attraverso fabbriche ed edifici ha raggiunto il mare, colpendo la zona di Marina Vecchia. Le sue strade, i suoi vicoli, la sua piazza, le case, le scuole, il fango non ha risparmiato nulla.
Nelle ore successive all’esondazione si è parlato di dispersi e di morti. Fortunatamente così non è stato, soprattutto grazie all’orario della tragedia. Se fosse successo poco più tardi, avremmo pianto una buona parte della popolazione.
E’ stata l’alluvione di tutti. Perché ognuno di noi ha avuto un parente o un amico coinvolto.
Ma soprattutto perché tutti ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo spalato il fango, che ha portato via i ricordi e i sacrifici di una vita, ma che non ha tolto ai Carrarini la loro forza e voglia di rinascere.
Carrara 5 Novembre. Per non dimenticare.
Roberta e Martina
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