
Seconda Parte-End of The Road Bar
Lo scorso novembre vi ho parlato di End of The Road Bar di Daniele Batella, edito da Dark Zone Edizioni e, per la precisione, della prima parte; oggi voglio concludere questo viaggio, grazie alla seconda parte che ci darà, finalmente, le risposte che tanto aspettavamo.
Infatti, nella parte conclusiva di End of the Road Bar, ripartiamo esattamente da dove Daniele ci aveva lasciato un anno fa, senza interruzioni. Immediatamente ci troviamo coinvolti nella storia di Zac, che si fonde con quella di Elizabeth e poi, per terminare i racconti dei sette avventori del bar, è il turno di Sean.
Ma non dobbiamo dimenticare Hiroe, Milo (Elsa), David e Lana, che ci hanno tenuto compagnia e lasciato col fiato sospeso, nella prima parte di questo romanzo, perché tutti i personaggi, pur non conoscendosi prima di entrare all’End of The Road (o fingendo di non conoscersi), sono legati indissolubilmente dal destino, scritto molti anni prima dai tarocchi, che rappresentano il leitmotiv del romanzo.
E che dire della criptica barista, Penny, che intuiamo fin dall’inizio della storia non essere una ragazza comune? In questa seconda parte scopriamo chi sia veramente e quale sia la sua missione .
Una seconda parte degna della prima, in grado di tenervi incollati alle pagine del libro, presi dalla smania di sapere cosa sia in realtà l’End of the Road Bar, come e perché i sette protagonisti ci siano arrivati e se mai ne usciranno.
Consiglio questo romanzo a chi abbia voglia di provare forti emozioni, perché le storie di queste sette persone sono in grado di mettere in discussione il nostro concetto di “giusto e sbagliato” e ci mettono di fronte alla consapevolezza di quanto la vita sia imprevedibile, dura, ma anche affascinante. Vi capiterà di amare e odiare contemporaneamente ogni personaggio.
Daniele Batella è riuscito a descrivere ogni storia così bene da farci sentire le sensazioni e le paure di chi racconta e, personalmente, a seconda della storia, ho provato ansia, smarrimento, rabbia, curiosità e soddisfazione, le quali non mi hanno permesso di staccarmi un attimo dal libro.
È, senza dubbio, un romanzo in grado di creare empatia.
Buona lettura!
Roberta
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