Qulture ti Pubblica @ Una Ghirlanda di Libri

Qulture ti pubblica @ Una Ghirlanda di Libri è il premio letterario promosso dall’Associazione Qulture e da Una Ghirlanda di Libri – Fiera dell’Editoria indipendente ed è aperto a tutti coloro che presenteranno una poesia, un racconto oppure un romanzo entro il 1° Giugno 2020. Vediamo nel dettaglio com’è strutturato il concorso. “Qulture ti pubblica @ Una Ghirlanda di Libri” è…

Il terrorista

  Il giorno in cui mi portarono via, ero certo che non avrei mai più rivisto il sorriso di Elisa. Quella mattina all’aeroporto di Roma stavo aggrappato a lei che correva da una parte all’altra, schivando centinaia di valige e sbattendo contro viaggiatori che partivano e arrivavano da ogni parte del mondo. I suoi genitori la richiamavano alzando la voce,…

Confini

Dopo un lungo viaggio giunto al tuo confine trovai un muro di mattoni tentai di varcarlo ma venni respinto e rimasi fuori privo del visto d’ingresso per il tuo cuore restai profugo del nostro amore Lorenzo Tonarelli

Odissea mattutina

Salve oscurità ti saluto come una vecchia amica: guarda la tua valle, la valle del silenzio, che si sveglia ronzando, come un enorme alveare. Il sonno si spezza e la gente fluisce in una corrente di sangue verso il proprio triste destino. Mentre si dirige verso il suo infernale lavoro osserva la nube bianca fluire al contrario, come un banco…

Il Viaggio

  Un magico paesaggio scorre veloce e come d’incanto nel presente riaffiorano cari ricordi di un tempo passato sensazioni delicate che si alternano a grandi emozioni Molto ho provato e provo in ogni mio viaggio un dolce sentire , un appagante osservare un sereno ascoltare , un piacevole accarezzare con lo sguardo la natura , che mi saluta passando e…

Viaggio

Chissà com’era l’aria intorno a te, chissà se le note della notte, il frigo che ronzava, i rumori della casa, il passare di una vita, lontana nella strada, hanno, per un attimo, interrotto il tuo incantesimo. Chissà se per un attimo, le lancette dell’orologio, lo sguardo al calendario, i disegni dei tuoi bambini, in disordine sulla credenza, ti hanno richiamato…

L’Amore sono Ali

  L’ Amore sono Ali, Ali senza corpo, senza peccato Ali che sbattono in mancanza di vento Ali che si lasciano trasportare da una brezza leggera che piano le culla, le coccola, se fa viaggiare lontano senza fatica L’ Amore sono Ali che non pensano volano, vivono, respirano sono elettriche, illuminano non hanno meta ma vanno anche in capo al…

Second class to Marrakech

  Fischia e sferraglia questo verme sinuoso che si fa strada tra le terre magrebine, solca distese arroventate dal sole con il suo carico di variegata umanità. Stretti e premuti l’un l’altro, il vivo contatto con un popolo in una carrozza stipata all’inverosimile. Tanta densità sembra canzonarmi mentre premuto contro il vetro vedo terre infinite, dolci vallate e greggi mansueti…

TRI-CICLI MALINCONICI

‏Armoniosamente contrastante si cela nel continuo movimento dei suoi cicli malinconici. A lei piace viaggiare! Si trasporta su taciti sospiri teatrali… usurati dai suoi sogni. SEBINA PINTALDI

Il viaggio di Venjia

A far capire a Venja che il tempo passava erano le caramelle. Diventava sempre più facile scartarle, ed era così contenta quando lo faceva velocemente che dimenticava la difficoltà: aveva perduto tre dita nello scoppio di una granata. Era giunta da poco in Italia. Il viaggio lo aveva fatto con il padre, due zii e un loro amico: ricordava bene…

Concorso Letterario : Il Viaggio

SI COMUNICA CHE, A GRANDE RICHIESTA, IL TERMINE DEL CONCORSO È PROROGATO AL 31 GENNAIO 2017 E LA VOTAZIONE CONTINUERÀ FINO AL 28 FEBBRAIO 2017! Chi ci segue fin dalla nascita di “In Punta di Penna” sa che questo è il periodo del nostro concorso letterario! Quindi eccoci qui a spiegarne di nuovo il regolamento, con alcune novità che, siamo sicure, gradirete!…

La Scanna-Omo

“Nonna, ma chi è quella donna? Quanti anni ha?” chiesi un giorno, mentre me ne stavo affacciata alla finestra a osservare l’anziana vicina che cantava le ricette, mentre cucinava. “Siediti e ascolta bene” fece mia nonna “quella è la Scanna-Omo” e cominciò a raccontare…  “Il suo nome è sconosciuto a molti, la sua storia non è mai comparsa sui giornali, i tratti del suo volto da giovane sono rimasti leggibili e amati solo nelle foto dei suoi cari, mentre gli occhi infuocati della sua vendetta hanno finito per essere presenti come un addio nel corpo del suo aguzzino”. Mia nonna mi aveva già incatenato al suo racconto. “Fu una giovane donna assolutamente nella media per tutte le sue qualità, si potrebbe dire semplice, eccezionale solo nell’aspetto e nelle capacità culinarie. Nel 1925 era una sedicenne dalla bellezza dirompente, sanguigna. Della sua vita non si sa quasi nulla, se non quello che si tramanda qui a Chitignano dove fu soprannominata appunto la “Scanna-Omo”. Abitava con la famiglia in campagna, i suoi genitori lavoravano a mezzadria e vivevano stentatamente dei frutti del piccolo pezzo di terra che coltivavano. Angelina, l’ultima di dodici figli maschi, li aiutava, cucinando per tutti. Ogni mattina la ragazza vedeva passare dal viottolo che costeggiava un lato del campo un contadino ventenne che si chiamava Nicola, il quale si recava con il suo carretto in paese a vendere frutta, verdura, uova e pollame. Non c’era volta che Nicola, vedendola, non le lanciasse quando tre mele, quando due pere o le lasciasse vicino all’acciottolato un paio di uova. Angelina lo aspettava sempre al ritorno poco prima di mezzogiorno. A volte gli lanciava una mela, sussurrando: “Prendila e mangiala, ha il sapore delle mie lacrime”, altre una pera cotta con i chiodi di garofano e la malva “Mangiala prima di dormire, sognerai i miei baci”, altre ancora gli metteva per terra le uova cotte in camicia e adagiate sulla fettunta.” Mentre mia nonna raccontava, cominciavo a sentire i primi morsi della fame pomeridiana.  “Ad Angelina quel giovane, che sapeva di noci, prugne e onestà, piaceva molto, ma, come aveva imparato, continuava a cucinare e lavorare senza farsi mai raggiungere se non dai suoi sguardi. Poi a una festa di paese avvenne che i due, mentre Angelina gli porgeva delle frittelle di San Giuseppe da lei cucinate, si sfiorassero le mani. Nicola ribollì dentro, si leccò le labbra, prese le due dita di lei ancora zuccherose e se le mise in bocca, baciandole la mano fino al polso. Lei inevitabilmente impazzì e cominciò a snocciolare come un rosario la ricetta delle frittelle “Si lessa il riso in acqua e latte con una stecca di vaniglia fino a che non risulta morbido, poi si formano delle palline, si friggono, si scolano sulla carta gialla e si servono con lo zucchero…”. Nessuno aveva visto il gesto di Nicola, tutti avevano sentito Angelina. “Ecco che ricomincia con questa grulleria delle ricette” gridò suo babbo “Vai a casa Angelì, vai, devi aver preso già troppa guazza”. Fu inevitabile che i due si guardassero e si salutassero con gli occhi, facendosi una promessa solenne. Fu un dialogo d’amore che durò il  tempo di uno starnuto”. “Nonna, ho fame, prepariamo il the con i biscotti?” “Sì, metto a bollire l’acqua” “Sì, ma dopo continua…” Un attimo e fu di ritorno. “Allora, il nostro paesino all’epoca era assoggettato al caporione dei fascisti, Bernardo, squadrista manganellatore, un uomo viscido, prepotente e brutale che spadroneggiava insieme ai suoi bravi. Bernardo assaggiò le frittelle e decise che  avrebbe assaggiato il resto di quella pastosa e corvina ragazza”. Quando mia nonna raccontava, non c’erano censure, si narravano i fatti così com’erano successi: nudi e crudi. “Un giorno Angelina era al mulino. La poveretta, nero come la notte e rapace come un’aquila, non lo vide arrivare. La colse da dietro, a tradimento, come era solito fare con tutti, tirò fuori il manganello e si portò via il fiore bianco della sua  verginità, lasciando dietro di sé una scia di sangue e di vergogna”.  Mia nonna, mai parca di dettagli, si portò via invece l’innocenza dei miei otto anni. “Il padre e i fratelli la trovarono ancora distesa in mezzo alla farina, sanguinante e in preda al delirio. Angelina stava recitando il procedimento per fare il castagnaccio, ma questa volta suo babbo non fiatò. Il giorno dopo Nicola accorse al podere della ragazza e la trovò nell’aia che con lo sguardo vitreo sgranava fagioli, bisbigliando: “Si lessano i fagioli, si passano per metà e la purea si rimette nel brodo, si conservano interi gli altri. Si rosolano gli odori e le verdure, si aggiunge il farro, si soffrigge e si mescola, si unisce il pomodoro e la purea di fagioli. Salare, pepare e lasciar bollire”. Angelina si alzò, gli mise in mano la cesta con i fagioli sgranati e fece per tornare in casa, lui lasciò cadere la cesta e si mosse verso di lei. Come quella volta alla festa, si parlarono con gli occhi.”  “Nonna, è pronto il the” Andò in cucina, mi porse una tazza, soffiò sulla sua fumante, non bevve e continuò… “Poi Nicola aspettò che a notte fonda Bernardo uscisse dal bar, legò il carretto a un albero nascosto e attese. L’uomo nero si portò in disparte per svuotarsi un po’ e fu solo allora che alla luce della luna un lampeggiare di roncola gli piombò addosso”.  Mia nonna quasi gridò nel pronunciare l’ultima frase, io mi bruciai la lingua. “Quella notte davanti casa di Angelina fu scaricato un grosso maiale per la festa della domenica successiva. I fratelli della  ragazza non fecero domande, trascinarono il corpo giù nello stallino, lo attaccarono per i piedi al gancio da scanno e lasciarono che tutto il sangue confluisse in un grosso catino, poi, dopo aver fatto il lavoro più duro, misero in mano alla sorella i coltelli giusti e la lasciarono da sola a recitare le sue preghiere culinarie”. Niente, dopo quel racconto, mi avrebbe più impressionato nella vita.  “Si narra ancora che la Scanna-Omo passò tutta la notte cantilenando prima la ricetta del sanguinaccio, poi quella dei fegatini, quella dello stinco briao e infine quella del cinghiale in umido. La domenica successiva tutto il paese, compresi i camerati, si leccarono i baffi davanti al banchetto a base di maiale offerto dalla famiglia di Angelina per quel giorno di festa. Qualche giorno dopo cominciarono le indagini per la scomparsa di Bernardo. Nicola fu costretto a scappare, perché qualche camicia nera, con ancora la pancia…

La ragazza senza età

Il sole alto sopra le case. La strada inondata di luce. Riflessi accecanti sui vetri delle auto accantonate ai bordi. Via Buonarroti. Si snoda deserta, serpeggiando lievemente, con i suoi palazzi datati allineati compatti dal centro verso la strada che porta a Codena , per poi disunirsi in costruzioni ammassate e disomogenee, gettate più per riempire gli spazi che per…

Primo concorso letterario

Siamo liete di annunciare il primo concorso letterario firmato In Punta di Penna! “Chi siamo oggi è il frutto di una serie di scelte nel nostro passato. Ma cosa sarebbe successo se almeno una di queste scelte fosse stata diversa? : è una domanda che ognuno di noi si è posto perlomeno una volta nella vita.” Proprio questo è il tema…

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: