Via Roma

Forse non vi dice niente. Probabilmente ci siete passati, in una città qualunque come ce ne sono tante nel mondo. Ma anche in un città qualunque, in una strada qualunque , ci sono storie da raccontare. La via Roma è come tante strade delle nostre città. Piena di buche, con le radici di pino che alzano il cemento del marciapiede creando una serie di ostacoli. La percorrevo a testa bassa, evitando così di inciampare. Quel giorno stavo risalendo la strada sul lato destro, chiuso nel giaccone fino al mento, ascoltando musica con le cuffie. Per anni sono passato di qua. Alberi e macchine  sono sempre al loro posto. Mentre avanzavo la mia attenzione fu attirata da un gruppo di persone che stavano discutendo e gesticolando. Stavano sul marciapiede, ferme, davanti ad un bar. Proseguivo tenendo la testa bassa, evitando di incrociare lo sguardo e non dare l’impressione di interessarmi ai fatti loro. Decisi allora di cambiare strada, ma non riuscii a scendere dal marciapiede. Una signora in vestaglia di lana rossa, ciabatte e bigodini in testa si fiondò verso di me, continuando ad indicarmi, dicendo qualcosa. Non capivo. Tolsi le cuffie e dissi <<Scusi, può rieptere?>>  La signora con il dito puntato verso me <<Ha sentito, giovanotto>>. Poi agitando la mano  <<Ė stato un grido pazzesco>> Un signore, alto ,con un cane di piccola taglia al guinzaglio, disse <<non può non aver sentito niente>> poi aggiunse <<proveniva da quella finestra >> indicando il quinto piano di una palazzina gialla con chiazze di umidità, dall’altro lato della strada. Mi voltati, ma la palazzina non aveva niente di strano. Le finestre erano tutte uguali, bianche con le tende verdi, panni stesi al terzo piano e nient’altro. Mi voltai verso i tre e dissi <<Cosa avrebbe detto?>> Il terzo componente del gruppo era  un ragazzo in tuta, con un cappello rosso e un tablet tra le mani, che faceva ruotare come un volante, cercando di inquadrare la finestra. Senza voltarsi disse <<Ha detto che si butta giù o qualcosa di simile>>. Poi continuò a cercare l’inquadratura migliore. La signora, che non aveva ancora smesso di fissarmi, intervenne <<Le parole precise sono: “Salto giù!” Ė così che ha  detto>> annuendo con la testa  <<ne sono sicura>>. Una voce affannata precisò <<Diceva “mi buttano giù”>>. Una in carne con il grembiule scuro e le mani infarinate si stava avvicinando a passo svelto verso noi <<Da casa mia>> indicando un palazzo poco distante <<Si è sentito benissimo.>> Anche il cane iniziò ad essere impaziente, cominciò ad abbaiare per attirare l’attenzione. Sembrava che con quel verso, improvvisamente, avesse risvegliato la memoria del padrone che disse, con tono deciso, <<ha ragione la signora, quella ragazza ha detto “mi buttano giù”>>. Provai ad intevenire nella discussione, ma la signora con i bigodini iniziò a fare gesti con le mani e arrossì, prendendo il colore della vestaglia. Cambiò la sua versione, adeguandosi a quella degli altri <<E’ proprio così>> poi aggiunse << Visto il via vai che c’è in quella casa, non mi stupirei se non fosse sola>>. Le due comari discutevano sulle abitudini della ragazza. Dal bar di fronte uscì un uomo, in tuta da lavoro. Visto l’orario e l’andamento barcollante, si poteva immaginare che il turno di lavoro l’avesse già finito da un po’ e che dovesse essersi fermato a bere qualche bicchiere. …

Ritorno al passato!

Cosa può fare il potere della rete e di Facebook in particolare! I cittadini di Carrara, stanchi di vedere la loro città sempre più vuota, buia e dimenticata, hanno deciso di organizzare un bell’”Amarcord” in via Roma, la via principale della città. Così è partito il tam tam sul gruppo di Facebook “Sei di Carrara se…” e, finalmente, la città…

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